Il mio problema è questo: sono sempre fuori tempo massimo! Ma perché faccio così?
Dottoressa sono proprio scoraggiata, ho un grande problema con il tempo che sembra non bastarmi mai. Il risultato è che rimando, rimando e sono sempre in ritardo su tutto. Devo consegnare un articolo per un certo giorno? Vado sempre oltre i termini che mi hanno dato. Devo ritirare la macchina dal carrozziere? Mi chiamano dopo tre giorni perché ancora non sono andata. Ho pagato l’abbonamento per la piscina due volte a settimana? Sono più le volte che salto che quello che vado. Sempre fuori tempo massimo, mi spiega perché?
Sempre più spesso si rivolgono a me persone con un problema di procrastinazione, il libro “Prima o poi lo faccio!” di Monica R. Basco non poteva quindi che incuriosirmi, come era già accaduto con “Da domani non rimando più” che ho già consigliato.
Monica R. Basco è una docente universitaria statunitense esperta di neuroscienze e psicologa clinica ad orientamento cognitivo comportamentale, il mio stesso orientamento. Il libro non è solo per addetti ai lavori, al contrario. Scritto in un accessibile stile divulgativo è utile a molti: a chi vuole conoscere e affrontare le conseguenze negative della propria inclinazione a rimandare, a chi si trova alle prese con chi procrastina, a noi professionisti da affiancare alla psicoterapia.
Anche questo libro, come l’altro di Steel, si apre con un test che ci aiuta a identificare a quale tra i diversi tipi di procrastinazione il lettore appartiene, (ne esistono ben sei: edonista, evitante, disorganizzato, insicuro, passivo-aggressivo e perfezionista) e a valutare la reale portata del problema.
Secondo l’autrice, infatti, rimandare è un comportamento abbastanza frequente e utile per lo svolgimento delle attività quotidiane. A volte però diventa un vero e proprio limite quando non è più un problema di organizzazione delle priorità ma quando la procrastinazione risponde ad un bisogno emotivo che porta ad evitare ciò che fa fatica fare. La conseguenza di questo è la tendenza a sottovalutare la portata del malessere che il rimandare genera, determinando in alcuni casi una grande sofferenza.
“I procrastinatori non sono tutti uguali. Io, ad esempio, certamente non appartengo al tipo sereno. Voglio dire che, quando rimando, non riesco mai a rilassarmi e a oziare in tutta tranquillità; infatti, ogni volta che decido di rimandare anche solo per un po’, il mio cervello continua a ricordarmi che ho qualcosa da fare. È una sensazione davvero fastidiosa che mi impedisce di godermi quella pace e quella serenità che il fatto stesso di rimandare qualcosa di spiacevole dovrebbe procurare.”
L’autrice si rifà all’approccio cognitivo comportamentale e quindi parte dall’analisi del problema e delle sue conseguenze nel momento attuale per passare, in un secondo tempo, alle possibili strategie per gestirlo. Attraverso i capitoli incontriamo il circolo vizioso dell’ansia che riguarda i procrastinatori che rimandano per paura di una possibile catastrofe, l’osservazione di pro e contro della procrastinazione, le strategie per riconoscere e contenere l’irrefrenabile impulso a rimandare. Grazie all’esperienza di auto aiuto del gruppo “Sezione 121” osservato dall’autrice, viene evidenziato il rinforzo positivo del gruppo nel momento in cui quando tale impulso viene invece tenuto sotto controllo.
Una parte è specificamente dedicata ai falsi miti relativi al senso di colpa, alla tendenza all’autocritica, alle autoimposizioni e a quanto questi aspetti peggiorino la situazione.
Infine, nell’ottica del cambiamento, l’autrice spiega l’importanza, del modificare le convinzioni disfunzionali che ognuno di noi ha su di se, per esempio: è una vita che mi comporto così e non riuscirò a comportarmi diversamente.
Il libro mi è piaciuto molto per due motivi.
Il primo, perché l’autrice dichiara apertamente che la procrastinazione è stato un suo grosso problema ed ogni capitolo include un’annotazione personale del suo vissuto. Il racconto della sua gioia quando per la prima volta riesce a portare avanti tutte le incombenze è davvero coinvolgente.
Il secondo, perché è anche un libro di emozioni e sentimenti di storie vere. Di persone che come tutti noi si dibattono tra il fare ed il non fare, tra il piacere ed il dovere, tra le scadenze e la voglia di evadere che spesso ci fanno trovare in quella terra di mezzo dove un attimo di serenità viene pagato a caro prezzo scaraventandoci nel baratro del “lo farò”.
Mi ha insegnato di nuovo che la procrastinazione ha una buona risoluzione attraverso un gruppo di auto aiuto dove viene sospeso il giudizio in favore della solidarietà; che la procrastinazione è si un fenomeno sociale e ci accomuna un po’ tutti ma che ogni procrastinatore ha una sua specificità e va preso in considerazione come persona col suo vissuto e con la propria sofferenza.
Un libro che consiglio vivamente ad ogni paziente che ho avuto ed avrò in terapia con questo problema ma anche a chi non è in terapia e si riconosce come procrastinatore e vuole sapere meglio come gestire la sua inclinazione.
Prima o poi lo faccio. Monica R. Basco
Erickson Editore, 2018