Un graphic novel racconta la Malattia d’Alzheimer
“Rughe”, graphic novel del fumettista spagnolo Paco Roca, nasce dall’ascolto di un amico dell’autore che racconta le manifestazioni della malattia di Alzheimer di cui suo padre soffre.
“Con un sorriso amaro, il mio amico mi racconta la perdita di lucidità del padre. Sarebbero episodi tutti molto divertenti se non fossero il segno inesorabile della decadenza di una persona per la quale ho sempre avuto rispetto.”
È così che l’autore inizia a raccogliere storie sulla vita delle persone anziane e malate di varie forme di demenza. Visita le strutture in cui vivono, osserva le loro giornate, ascolta le loro storie e quelle dei familiari. E poi le racconta, disegnandole, nel libro “Rughe”, un titolo gentile che anticipa il rispetto e la delicatezza con cui il tema verrà affrontato.
Il filo conduttore è la storia di Emilio, dal suo arrivo nella struttura che lo ospiterà, all’incontro con le persone che condivideranno la sua quotidianità, mostrando le fasi attraverso cui passa chi è colpito da demenza. L’iniziale minimizzare i primi segnali, il tentativo di nascondere le difficoltà accompagnato dalla paura che la propria condizione si aggravi, la difficoltà a relazionarsi con gli altri, il lento ma progressivo scivolare verso la mancanza di consapevolezza fino al chiudersi in un mondo costruito su ricordi antichi.
Conosciamo la signora Sol in continua ricerca di un telefono per comunicare ai figli che sta meglio e possono andarla a prendere, la signora Rosario che passa le giornate accanto ad una finestra convinta di essere sull’Orient Express diretta ad Istanbul, il signor Miguel, compagno di stanza di Emilio, che sa mettere a frutto le difficoltà dei suoi compagni e trarne piccoli vantaggi economici.
Paco Roca non ci risparmia nessuna delle manifestazioni della malattia d’Alzheimer ma riesce a mantenere in equilibrio perfetto gli ingredienti di questa condizione con ironia e leggerezza. Per esempio attraverso il semplice disegno delle “scale che conducono al piano di sopra”, dove risiedono le persone più gravi, lascia immaginare le manifestazioni più dure di questo disturbo. E con una sorpresa grafica, quasi alla fine del libro, ci permette di fare una piccola, ma significativa, esperienza di un momento di dubbio, di incredulità, di confusione per avvicinarci alle emozioni provate da chi soffre di questo disturbo.
Lo stile della grafica è leggero ed essenziale. Anche i dialoghi sono essenziali e a volte possono apparire ripetitivi e monotoni come se l’autore si fosse risparmiato e qualcuno potrebbe pensare che non avesse idee più brillanti per rendere il libro più interessante. A mio avviso invece questo è un aspetto prezioso del libro perché ci aiuta a vedere questo disturbo per come realmente è: una realtà piatta, monotona, routinaria ma al tempo stesso confusa, a cui siamo impreparati e che ci spaventa. Ci spaventa come persone che potrebbero subirla o come familiari di chi ne soffre.
Attraverso i disegni di Rughe ho rivissuto un’esperienza personale con un familiare. Per chi assiste queste persone il carico emotivo e organizzativo è molto pesante e non ci sono ricette miracolose. Ricordo uno dei miei pensieri consolatori: “Perde i ricordi, ma almeno non ha sofferenze fisiche”. Sono passati anni e oggi la mia opinione è diversa, credo che la sofferenza psicologica di chi ha una forma di demenza, soprattutto quando inizia a manifestarsi, sia una condizione estremamente dolorosa. Unica consolazione è pensare che esistono alcuni strumenti per rallentarne l’evoluzione.
Infine uno dei tanti pregi di questo libro, che consiglio a tutti, è quello essere un graphic novel. Vedere la demenza e le sue manifestazioni attraverso i disegni anziché le parole è di per sé un invito a guardare con occhi diversi e con interesse una condizione che non possiamo trascurare perché ci riguarderà sempre di più.
Rughe. Pablo Roca
Tunuè Editore, 2016
I diritti delle immagini tratte dal libro appartengono alla casa editrice Tunuè, che ringraziamo per averci autorizzati alla loro pubblicazione.