Un nuovo studio dell’Istituto di Psicopatologia sul trattamento della depressione resistente
Un nuovo studio del nostro Istituto, pubblicato sulla rivista scientifica Life, conferma l’utilità del pramipexolo nel trattamento della depressione resistente. Su questo argomento avevamo già condotto due ricerche. Una relativa a tutti i dati presenti in letteratura sulle proprietà antidepressive del pramipexolo a prescindere che sia utilizzato nelle forme resistenti o non resistenti, da solo o in associazione con antidepressivi. L’altra sulla nostra esperienza diretta con l’associazione antidepressivi-pramipexolo nella depressione resistente.
Nel lavoro appena pubblicato abbiamo scelto di analizzare esclusivamente gli studi così detti “osservazionali”, dove i pazienti non sono selezionati e le terapie non sono decise a priori ma scelte dallo specialista in base alle esigenze della singola persona. Questo tipo di studi permette di farsi un’idea più precisa di cosa ci si può realisticamente aspettare da una certa cura quando è utilizzata nella clinica quotidiana.
Anche in questo particolare tipo di studi il ricorso alla combinazione antidepressivi-pramipexolo per la depressione resistente ha dato risultati incoraggianti sia per quanto riguarda la risposta, sia per quanto riguarda la tollerabilità. Ricordiamo che si tratta di risultati preliminari, che devono essere confermati da ricerche più rigorose, che il pramipexolo può avere effetti collaterali importanti e che al momento è un farmaco indicato per il morbo di Parkinon e non per la depressione.
Pramipexole Augmentation for Treatment-Resistant Unipolar and Bipolar Depression in the real world: a systematic review and meta-analysis
Antonio Tundo, Sophia Betrò, Rocco de Filippis, Fulvia Marchetti, Daniele Nacca, Roberta Necci, Marica Iommi