Ansia e pugilato, una strana coppia

Roberto Felici, 1/9/2023

La pratica del pugilato come possibile strategia per controllare paure e ansia.

L’uomo è forse la creatura più timorosa che ci sia, poichè alla paura elementare dei predatori e dei membri ostili della sua stessa specie si aggiungono le paure esistenziali portate dal suo stesso intelletto.
I. Eibesfeldt, uno dei fondatori dell’etologia umana.

Potrà sembrarvi un po’ paradossale, ma come psichiatra e medico della Federazione Medico Sportiva Italiana ritengo che la pratica del pugilato possa essere una strategia possibile per gestire due emozioni molto collegate tra loro, la paura e l’ansia. Vediamo innanzitutto di che emozioni si tratta, quale relazione le lega e dove può aiutarci il pugilato.

La paura è una emozione che si attiva in risposta ad un pericolo reale e presente. L’ansia, invece, è uno stato di allerta in risposta ad un pericolo considerato prossimo, cioè ad un pericolo immaginato e determinato dall’interpretazione che ognuno di noi ha degli eventi. Un esempio può aiutarci a capire meglio.
Se mentre passeggio in un bosco scoppia un forte temporale il pericolo che un fulmine possa colpirmi è reale e l’emozione che provo è paura.
Se mentre passeggio in un bosco penso che potrebbe scoppiare un temporale e un fulmine potrebbe colpirmi il pericolo è immaginato e non reale. In questo caso l’emozione che provo è ansia.

Il Sistema Paura-Ansia

Sebbene siano diverse, queste due emozioni sono in stretta relazione tra loro e in questo articolo, in linea con il concetto espresso dal neuroscienziato Jaak Panksepp, parleremo di Sistema Paura-Ansia.
Partiamo dalla constatazione che siamo dei gran paurosi, ma perché? Perché il Sistema Paura-Ansia è così presente dentro di noi? La risposta è semplice, perché è utile! Ce lo hanno insegnato i nostri antenati.
Nel corso dei milioni di anni della storia del genere umano la paura fisica era certamente una paura fondamentale e sopravvivevano soprattutto gli individui che avevano un Sistema Paura-Ansia più sensibile, cioè i prudenti. La loro sopravvivenza era dovuta ad una maggiore capacità di riconoscere i pericoli e dunque di saperli fronteggiare meglio. Nel corso dell’evoluzione questa tendenza si è evidentemente rivelata così utile che è stata conservata ed è arrivata fino a noi.

Ma se il Sistema Paura-Ansia è così utile perché dedicarci alla sua cura?
Perché la sua eccessiva attivazione può diventare causa di sofferenza e interferire con le nostre scelte fino ad avere conseguenze negative su molti ambiti della vita e sfociare in quelli che oggi chiamiamo Disturbi d’Ansia.
Inoltre quando sperimentiamo molta paura o ansia la sofferenza che ne deriva può spingerci ad un eccessivo evitamento ed alimentare la rabbia. In ogni caso andremo in senso contrario a ciò che più ricerchiamo, la serenità. Anche qui un esempio può aiutarci a capire meglio quanto detto.
Se mentre passeggio qualcuno mi minaccia per derubarmi, ciò che provo è paura. Avere scarsa familiarità con la gestione della paura potrebbe portarmi a prendere la decisione sbagliata, ad esempio tentare di aggredire per rabbia e magari senza proporzione chi sta tentando di farmi del male.
Se mentre passeggio penso che qualcuno possa minacciarmi per derubarmi, ciò che provo è ansia. Avere scarsa familiarità con la gestione dell’ansia potrebbe portarmi a prendere la decisione sbagliata, ad esempio non uscire di casa.

Il ruolo del pugilato
La paura è come il fuoco: se lo sai usare ti scalda e ti nutre, se non lo sai gestire può bruciare tutto ciò che hai.

Questa parole, attribuite al famoso pugile Rocky Marciano, ci suggeriscono che anche emozioni sgradevoli come la paura e l’ansia, se ben gestite, possono rivelarsi molto utili. E’ in questo senso che la pratica del pugilato può giocare un ruolo e rappresentare una possibile strada per la gestione della paura a partire dall’ancestrale paura fisica. Saper gestire la paura fisica attraverso le regole del pugilato aiuta ad agire indirettamente sull’intero Sistema Paura-Ansia e ad aumentare la consapevolezza con risvolti positivi in termini di riduzione dei livelli di paura, ansia, rabbia e di aumento dei livelli di serenità.

Il pugilato insegnando ad agire lo scontro fisico porta ad abbassare il livello di paura fisica.
Il livello rimanente non spingerà a “raccontarci” di evitare lo scontro per una presunta superiorità morale che maschera e alimenta stati d’animo inconfessati come senso di frustrazione, umiliazione, vergogna, tristezza, rabbia o rancore. Questi stati emotivi, se non riconosciuti, possono incanalarsi in vie imprevedibili e subdole come arrivismo, cinismo o aggressività a volte persino accettati in alcuni contesti socio-culturali.
A questo punto non sarà importante il livello pugilistico raggiunto, o continuare ad allenarsi per tutta la vita perchè la a paura fisica è sotto controllo e il Sistema Paura-Ansia avrà ormai raggiunto una migliore funzionalità.

Come dicevamo all’inizio può sembrare un paradosso, ma la pratica del pugilato insegnando ad affrontare lo scontro fisico insegna anche ad evitarlo. Proprio perché si impara ad agirlo all’interno di un ring e seguendo regole precise ci si sentirà liberi di evitarlo al di fuori.
Evitarlo per scelta, non per paura. Evitarlo perché al di fuori del ring c’è la vita di tutti i giorni dove lo scontro fisico non ha alcun senso (principio fondamentale sul quale il buon maestro di pugilato non scende mai a compromessi) e ci sono tante altre cose meritevoli di attenzione.
Nella pratica del Pugilato la persona apprende ad evitare lo scontro fisico non per paura mascherata da morale, ma per morale di chi ha il coraggio di confessare le proprie paure e allenarsi a combatterle. Ciò che viene insegnato è un addestramento a familiarizzare con le proprie emozioni, in primis paura e ansia, e ad investire risorse per decisioni più sapienti basate sul rispetto per se stessi e per gli altri.

Un importante disinnesco del Sistema Paura-Ansia, ma anche della rabbia. Questo può aiutare a mettere in atto comportamenti più saggi e a fare in modo che la propria vita vada, di decisione in decisone, “a segno” con maestria, proprio come un gesto tecnico pugilistico ben eseguito.

Possiamo quindi pensare che è il momento giusto per sdoganare questo sport dai pregiudizi e favorire, con le dovute attenzioni, un suo utilizzo come strumento terapeutico. Ma, come ogni strumento terapeutico, richiederà una valutazione medica specialistica per una corretta indicazione nell’ambito per cui si sta proponendo, cioè un suo possibile utilizzo all’interno di una diagnosi di Disturbo d’Ansia.

Roberto Felici
Psichiatra e medico della Federazione Medico Sportiva Italiana

Per saperne di più
Disturbo d’ansia generalizzata
Disturbo d’ansia sociale

L’immagine è un fotogramma dal film “Toro scatenato” di Martin Scorsese

Autore: Roberto Felici