Una risposta nell’ultimo studio dell’Istituto di Psicopatologia sulla rivista Human Psychopharmacology
L’uso degli antidepressivi nel disturbo bipolare è un tema molto controverso e rispondere a questa domanda non è semplice. I dati scientifici sull’argomento sono scarsi e le opinioni degli esperti contrastanti.
Alcuni ritengono che gli antidepressivi non debbano essere utilizzati mai in presenza di un disturbo bipolare, perché inefficaci e perché aumenterebbero il rischio di future ricadute. Altri che la loro prescrizione sia indispensabile in quanto efficaci e sicuri.
L’Istituto di Psicopatologia è impegnato da anni su questo fronte di ricerca e porta avanti un proprio pensiero originale: il problema non è se usare o non usare gli antidepressivi nei soggetti che soffrono di disturbo bipolare ma saper individuare, in base ai sintomi e al quadro clinico, chi può giovarsene e chi invece potrebbe vedere un peggioramento del proprio disturbo.
Nel lavoro appena pubblicato, frutto della collaborazione con l’Istituto di Psichiatria dell’Università di Pisa, i ricercatori dell’Istituto di Psicopatologia hanno definito le caratteristiche cliniche di chi, pur soffrendo di un disturbo bipolare, possa giovarsi dell’uso di antidepressivi e hanno dimostrato che in specifiche condizioni, questi farmaci sono efficaci nel risolvere la fase depressiva senza conseguenze negative sulla successiva evoluzione del disturbo.
Si tratta di una conferma di studi già pubblicati dall’Istituto di Psicopatologia nel gennaio 2015 e nel marzo 2015 con un valore aggiunto dato dalla collaborazione con una struttura universitaria, dal maggior numero di casi esaminati e dal loro monitoraggio protratto per un anno.