“Credo che mia figlia sia vittima di bullismo rosa, viene esclusa dalle compagne di classe e ne soffre. Cosa posso fare per aiutarla?”

Marinella Daniele, Anita Parena, Roberta Necci, 10/08/2014

“Bullismo rosa”,  un fenomeno di cui si parla poco che può creare grande disagio.

La tendenza ad isolare socialmente o escludere dal gruppo alcune compagne rientra, insieme alla diffusione di calunnie e pettegolezzi, nel fenomeno che viene definito “bullismo rosa”.  A differenza del bullismo maschile quello femminile è più subdolo e quindi più difficilmente identificabile da insegnanti e genitori, rispetto ad un normale problema relazionale.

Quando si capisce che la propria figlia soffre per l’esclusione o l’isolamento da parte delle compagne il primo comportamento che d’istinto i genitori mettono in atto, comprensibilmente, è quello di proteggerla.
Se da un lato è utile rassicurare la propria figlia offrendole sostegno, dall’altro è importante non ricorrere ad un aiuto eccessivo, per esempio sostituendosi a lei intervenendo direttamente con le compagne o parlando con i loro genitori. Il risultato che si ottiene con questo tipo di intervento, sebbene mosso da intenzioni benevole, è quasi sempre negativo perché rinforza nell’adolescente l’idea di avere un disagio e di non essere in grado di gestirlo.
Lo stesso risultato si ottiene anche quando, pur non intervenendo direttamente sulle persone ritenute causa del problema, si danno indicazioni su come comportarsi non lasciando alla propria figlia né la possibilità né il tempo di cimentarsi con quanto accade.

Cosa possiamo fare per aiutare le nostre figlie?
Nella cornice del percorso di “Sostegno per una genitorialità consapevole” una delle strategie che si dimostra più utile per i genitori che si rivolgono a noi è imparare a prestare “ascolto attivo o ascolto empatico”.  Per ottenere tale risultato è importante:

  • cercare di spostarsi dal proprio punto di vista, a quello della figlia
  • provare a cogliere le sue emozioni, i suoi desideri, le sue ansie
  • accertarsi di aver compreso il suo disagio ripetendo e sintetizzando quanto raccontato dalla ragazza
  • dimostrare accoglienza, accettazione e sostegno

L’ascolto attivo  oltre ad incoraggiare l’adolescente ad aprirsi e raccontare le proprie esperienze, rappresenta uno stimolo a prendere coscienza dei propri sentimenti e a capire che anche solo esprimere apertamente le proprie emozioni può creare sollievo. Sentirsi inoltre sostenuta e non giudicata da un genitore che incoraggia, rinforza e dà fiducia alla propria figlia contribuisce positivamente al suo processo di crescita.

 

Autore: Roberta Necci