Che pensieri attraversano la mente inquieta di chi vede preoccupazioni ovunque?
Incontro a distanza di tempo dalla sua pubblicazione l’articolo di Annalena Benini Diario delle nostre pene in cui si parla di ansia, anzi di: “è solo un po’ d’ansia”.
Con leggerezza e semplicità, ma con precisione millimetrica Annalena Benini descrive quella che tecnicamente si chiama ansia generalizzata, raccontando cosa prova e cosa pensa chi soffre d’ansia e con quali meccanismi questa si perpetua. Una sorta di sequestro della mente che vede problemi e pericoli ovunque, consuma energie nell’anticipare scenari che hanno scarse probabilità di verificarsi e resta imbrigliata in una spirale che si auto esalta. L’autrice descrive benissimo i temi che l’ansia può toccare, da quelli classici (un po’ di ritardo di un familiare indica la certezza di un incidente catastrofico) a quelli più moderni (il terrore di avere il cellulare scarico e non poter chiedere aiuto in caso di necessità). Il filo conduttore è sempre lo stesso, il pensiero di una difficoltà o di un pericolo in agguato e non essere preparati ad affrontarlo.
L’articolo tocca un altro aspetto importante, quello della familiarità. Difficile non essere ansiosi se si è cresciuti in un ambiente ansioso. Che sia per educazione o per predisposizione biologica l’ansia passa da genitori a figli con una certa facilità.
A far capire lo stato d’animo dell’ansioso contribuisce infine anche lo stile narrativo, che lascia percepire, nel ritmo della scrittura, l’affanno e l’incalzare dei pensieri e le conseguenze drammatiche che l’ansioso riesce ad immaginare. Scenari immaginati che fanno tornare alla mente un celebre detto di Mark Twain:
“Sono un uomo molto vecchio. Ho avuto un gran mucchio di guai. La maggior parte dei quali non mi sono mai capitati”.
Grazie ad Annalena Benini per il suo Diario delle nostre pene, una lettura a cui vale la pena dedicare tempo, che susciterà il sorriso solidale degli amanti delle preoccupazioni e (mi auguro) la gratitudine dei non ansiosi per aver conosciuto meglio qualcosa a loro poco comprensibile.
Diario delle nostre pene.
Di Annalena Benini