Due pubblicazioni dell’Istituto di Psicopatologia forniscono ai clinici nuovi strumenti per trovare una risposta a un dubbio diagnostico
L’ultima edizione del sistema di classificazione internazionale dei disturbi mentali (DSM-5) prevede 7 diversi sottotipi di depressione: ansiosa, stagionale, melancolica, atipica, psicotica, mista e a insorgenza nel peri-partum. Ciascuno di questi sottotipi ha, almeno in parte, propri sintomi specifici per distinguerlo dagli altri e può richiedere un diverso sistema di cura.
In particolare, è fondamentale distinguere la depressione ansiosa dalla depressione mista. La prima risponde ad una specifica classe di antidepressivi (gli SSRI che agiscono sulla ricaptazione della serotonina). Per la seconda la terapia di prima scelta sono alcuni antipsicotici di seconda generazione mentre gli antidepressivi possono, almeno all’inizio, peggiorare i sintomi.
In un precedente studio, condotto in collaborazione con l’Istituto di Psichiatria dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista internazionale CNS Spectrum, avevamo dimostrato che nella maggior parte dei casi per un clinico può essere difficile capire se la persona che chiede aiuto presenta una depressione ansiosa o mista. E questo perché alcuni sintomi specifici, i cosiddetti “criteri”, per la diagnosi dell’una e dell’altra forma sono in parte sovrapponibili.
In quello studio avevamo individuato i criteri motivo di questa confusione e proposto di riscriverli ma, senza entrare in dettagli tecnici, si tratta di un processo lungo e non facile che può richiedere anni di ricerche.
In attesa che il problema sia risolto, e sempre insieme ai colleghi dell’Istituto di Psichiatria dell’Università di Pisa, abbiamo continuato a lavorare su questo tema e individuato la possibilità di differenziare la depressione ansiosa dalla depressione mista attraverso caratteristiche cliniche diverse dai sintomi.
I risultati di questo secondo studio, pubblicato di recente sulla rivista dell’Associazione degli Psichiatri Europei European Psychiatry (in formato free access), sono particolarmente utili perché forniscono nuovi e originali parametri di riferimento per orientare la diagnosi e scegliere la cura più adatta nei casi dubbi.
Antonio Tundo, Laura Musetti, Sophia Betrò, Erika Cambiali, Rocco De Filippis, Donatella Marazziti, Federico Mucci, Luca Proietti, Liliana Dell’Osso.
Eur Psychiatry. 2023 Sep 12;66(1):e75. doi: 10.1192/j.eurpsy.2023.2445.
Per approfondire: Depressione, ad ognuno la sua cura