Disturbi bipolari

di Antonio Tundo

Come fasi depressive, fasi eccitative e periodi di benessere si alternano in un disturbo che si manifesta in tanti modi diversi ognuno dei quali richiede una cura specifica.

Tutte le persone sperimentano nel corso della vita fluttuazioni dell’umore caratterizzate da momenti di gioia o di tristezza. Si tratta di oscillazioni fisiologiche che, in alcuni casi, possono diventare tanto intense e protratte da dare luogo a vere e proprie patologie definite “disturbi bipolari”.

Tali disturbi sono caratterizzati dall’alternanza di periodi di eccitazione (“mania”) o di euforia (“ipomania”), periodi di depressione e fasi più o meno lunghe di benessere (“intervallo libero o eutimia”).” In un terzo dei casi sono inoltre presenti fasi in la persona è contemporaneamente depressa ed eccitata (“stati misti”).

Il rischio di sviluppare uno dei diversi sottotipi di questi disturbi nel corso della vita è del 2% ma può raggiungere il 10% se si considerano anche le forme meno gravi ma non per questo meno invalidanti.

Come si manifestano

Depressione
La sintomatologia è analoga a quella della Depressione unipolare.

Mania
I sintomi della mania, come quelli della depressione, riguardano l’intera persona: lo stato d’animo (o “umore”), le energie, il pensiero e il funzionamento fisico.

L’umore è euforico (sto benissimo, sono felice, mi sembra di toccare il cielo con un dito) ma cambia con estrema facilità: basta un ricordo spiacevole, anche lontano nel tempo, per provocare profonda tristezza, crisi di pianto e persino idee di suicidio, oppure un contrattempo per fare esplodere rabbia ed aggressività. Talvolta è proprio il cattivo umore a prevalere e la persona è sempre scontrosa, irritabile, rivendicativa, pronta a litigare.

Le energie sembrano inesauribili e tutti i compiti, anche i più pesanti, sono svolti senza avvertire stanchezza o bisogno di riposo. L’iperattività, tuttavia, quasi mai è produttiva anzi, nelle forme più gravi, può essere inconcludente o persino dannosa. Frequente è l’improvvisa comparsa di creatività,  (dipingere, scrivere o fotografare), di comportamenti pericolosi, (giocare d’azzardo, correre in macchina o provocare risse), o  della tendenza a spendere ben oltre le proprie disponibilità.

Sul piano del pensiero si avverte una grande lucidità mentale, ha la sensazione  di “capire tutto”, di “non aver mai avuto le idee così chiare”. In realtà, la capacità di giudizio è ridotta e quella di ragionamento è compromessa per la difficoltà di concentrarsi e di mantenere a lungo l’attenzione su un argomento. La considerazione di sé è patologicamente eccessiva e sono sovrastimate le proprie forze fisiche (“potrei sollevarti con un braccio solo”) e le capacità intellettuali (“sono il più bravo avvocato d’Europa”), come pure le proprie disponibilità economiche (“domani mi compro una Ferrari”). In più della metà dei casi queste idee sono così enormi e, soprattutto, così radicate da diventare veri e propri deliri di grandezza (“ho guadagnato un miliardo di euro giocando in borsa”, “ho scoperto una nuova cura per debellare il cancro”), religiosi (“sono in contatto con Dio… compio miracoli tutti i giorni”) o, più raramente, di persecuzione (“la mafia mi vuole fare fuori”, “la mia casa è piena di microspie e telecamere”).

Sul piano fisico il bisogno di sonno è molto ridotto, aumentano l’appetito e il desiderio sessuale ed è frequente l’abuso di caffé, alcol e di droghe.

Al contrario di quello che accade in depressione, le persone in mania non si rendono conto di stare male, sono anzi convinti di non essere mai stati così bene, e quindi si rifiutano di vedere uno specialista e di seguire le cure. Nella maggior parte dei casi, proprio per salvaguardare l’incolumità della persona e per limitare le possibili conseguenze economiche e legali, si rende necessario un ricovero in strutture specialistiche.

Ipomania
I sintomi dell’ipomania sono simili a quelli della mania ma più leggeri: non ci sono deliri, non è necessario il ricovero ed hanno un impatto negativo limitato sulla vita della persona. Anzi, quando si tratta di forme leggere, l’ipomania potrebbe avere persino dei risvolti positivi perché aumenta la stima e la sicurezza in se stessi, rende più estroversi, aumenta la capacità lavorativa. Anche in questi casi non bisogna però abbassare mai la guardia ed è necessario intervenire in quanto il benessere è solo apparente e transitorio esarà seguito da una fase depressiva che, secondo alcuni esperti, sarà tanto più lunga ed intensa quanto più lunga  ed intensa è stata l’ipomania. Anche chi è in fase ipomaniacale non si rende conto di stare male e non pensa di dover consultare uno specialista né di avere bisogno di cure.

Stati misti

Gli stati misti sono caratterizzati dalla contemporanea presenza di depressione e mania. Le modalità con sui si manifestano variano a secondo della prevalenza dei sintomi depressivi o maniacali ma in tutti i casi è possibile riscontrare facilità a cambiare stato d’animo, irritabilità, impulsività, rivendicatività, intensa ansia, agitazione con difficoltà a stare fermi, sensazione che i pensieri scorrano veloci nella mente, insonnia.
Frequente è il tentativo di placare l’intenso malessere assumendo alcol, droghe o benzodiazepine ad alte dosi. Abusi che non solo non sono di aiuto, ma finiscono con l’aggravare la situazione e contribuiscono a cronicizzarla.

Come evolvono

Fino all’80% di coloro che soffrono di disturbo bipolare tende ad avere ricadute che possono essere sporadiche, con periodi di equilibrio anche di molti anni, o ravvicinate, con più episodi per anno. Si parla di:

  • disturbo bipolare I se depressione e benessere si alternano con mania o stati misti a prevalente sintomatologia maniacale
  • disturbo bipolare II se se depressione e benessere si alternano esclusivamente con ipomania o stati misti a prevalente sintomatologia depressiva
  • disturbo ciclotimico se per almeno due anni, ci sono continue oscillazioni tra sintomi depressivi e sintomi ipomaniacali di lieve entità

Una possibile evoluzione del disturbo bipolare, sia di tipo I che di tipo II, non frequente ma importante perché richiede una particolare modalità di cura, è la cosiddetta ciclicità continua caratterizzata dall’alternanza di piene fasi depressive e maniacali o ipomaniacali senza periodi di benessere per almeno 1 anno.

Come si curano *
La cura dei disturbi bipolari prevede due fasi: la risoluzione della sintomatologia in atto e la prevenzione delle ricadute.
In entrambe le fasi è necessario mettere a punto un trattamento adattato alla singola persona, esattamente come un buon sarto cuce un abito su misura, tenendo conto sia dello stato d’animo attuale (depressione, stato misto, ipomania o mania), sia dell’evoluzione che il disturbo ha avuto nel tempo (disturbo bipolare I o II, disturbo ciclotimico, ciclicità continua).

Prima fase

Terapia della fase acuta: depressione
Nella maggior parte dei casi per risolvere la fase depressiva si ricorre all’associazione di antidepressivi e stabilizzatori dell’umore tenendo sotto stretto controllo la risposta per cogliere eventuali segni di un passaggio verso l’ipomania o la mania. Questo fenomeno, che fa parte della naturale evoluzione del disturbo, potrebbe essere facilitato dall’assunzione di antidepressivi e non sempre è bloccato dagli stabilizzatori.
Se si tratta di un disturbo bipolare I con prevalenti ricadute maniacali o miste oppure se l’evoluzione è di tipo ciclico continuo talvolta si preferisce utilizzare, al posto degli antidepressivi, la quetiapina, un antipsicotico atipico che associa una capacità antidepressiva, antimaniacale e stabilizzante.
Nelle forme più gravi, che non hanno risposto ai farmaci ed in cui il rischio di suicidio è molto alto, può essere necessario il ricorso alle terapie somatiche (Terapia elettroconvulsivante, Stimolazione del nervo vago).

Terapia della fase acuta: ipomania e mania
Nell’ipomania è in genere sufficiente l’assunzione di uno stabilizzatore dell’umore, i sali di litio o un antiepilettico, in associazione ad un farmaco che controlli l’insonnia e l’agitazione.
Nella mania è quasi sempre necessario il ricovero e il ricorso ad un’associazione di più farmaci, sali di litio, antiepilettici e antipsicotici; questi ultimi sono indispensabili in presenza di deliri.

Terapia della fase acuta: stati misti
La terapia degli stati misti prevede la prescrizione di un antiepilettico a dosi variabili in base alla sensibilità della persona e ai sintomi prevalenti. Se, dopo 10-15 giorni, con questa cura si riduce la componente maniacale ma non quella depressiva si aggiunge un antidepressivo ad azione ansiolitica; se, al  contrario, permangono i sintomi maniacali si associa un antipsicotico atipico. Quest’ultimo è necessario fin dall’inizio quando sono presenti deliri o intensa agitazione.
La cura degli stati misti prevede, accanto ai farmaci, l’eliminazione di tutti quei fattori che possono contribuire alla loro insorgenza o alla loro cronicizzazione come l’abuso di alcol, droghe o sostanze stimolanti (per esempio, caffé) oppure l’assunzione non controllata di farmaci che agiscono sul sistema nervoso (per esempio, sedativi, antidepressivi, cortisone).

Seconda fase

Terapia di prevenzione delle ricadute (profilassi)
A causa dell’elevato rischio di ricadute, è quasi sempre necessario prevedere una terapia preventiva la cui efficacia deve essere giudicata nel medio-lungo termine. Questo perché è raro che le ricadute si blocchino subito e definitivamente mentre è più realistico aspettarsi una loro graduale riduzione di numero e intensità fino all’auspicabile raggiungimento della stabilizzazione.
Sono quindi necessarie pazienza, costanza e perseveranza. Ancora oggi i sali di litio sono il più efficace trattamento preventivo anche se il loro uso in monoterapia è un’eccezione e vengono abitualmente associati ad un antiepilettico. Questa associazione può essere potenziata con un antipsicotico atipico se persistono ricadute maniacali, o con un antidepressivo, se le ricadute sono di tipo depressivo.

La terapia farmacologica dovrebbe essere integrata con una psicoterapia, soprattutto se la lunga durata del disturbo o le frequenti e gravi ricadute hanno causato conflitti in famiglia, perdita dell’autostima e della sicurezza, problemi con gli amici e sul lavoro. Sebbene la terapia cognitivo comportamentale e quella interpersonale siano le più sperimentate, nella nostra esperienza è importante più che il tipo di psicoterapia la conoscenza che il terapeuta ha del disturbo bipolare e la sua esperienza nel trattare questo tipo di patologia.
Molto utile, e di provata efficacia, è anche la psicoeducazione rivolta sia a chi soffre di disturbo bipolare, sia ai familiari. Questo intervento, che prevede un numero limitato di incontri di gruppo, consente di migliorare la conoscenza del disturbo e delle sue possibili conseguenze, di riconoscere i primi segni di un nuovo episodio in modo da intervenire subito, di seguire con più attenzione le cure.
Alcuni obiettivi della psicoeducazione si possono raggiungere anche frequentando i Gruppi di Auto Aiuto per pazienti e familiari, una forma di supporto sociale più che una vera e propria terapia.
Infine, ma non per questo meno importante, è necessario avere uno stile di vita regolare eliminando quei comportamenti che facilitano la comparsa di nuovi episodi.

*Le informazioni fornite hanno natura generale e sono pubblicate con finalità puramente divulgative. Per doverosa informazione, si ricorda che la visita effettuata dal proprio medico rappresenta l’unico modo per ricevere una diagnosi corretta e un trattamento efficace.