Disturbo ossessivo compulsivo

di Antonio Tundo

Come si manifesta, quanto è frequente e come si cura il disturbo ossessivo compulsivo che fa fare o pensare cose apparentemente assurde alle quali è difficili sottrarsi

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Un’ossessione è un pensiero (la paura di una fuga di gas che faccia esplodere l’intero palazzo), un’immagine (una scena violenta vista al cinema), un ricordo che si intromette nella mente di una persona contro la sua volontà, producendo uno stato  d’ansia.
Una compulsione è un comportamento ripetitivo (lavarsi le mani o verificare di aver chiuso il gas un certo numero di volte) o un atto mentale (pregare o ripetere mentalmente alcune parole) che la persona si sente obbligata ad eseguire secondo rigide regole, che essa stessa decide, per ridurre l’ansia o per prevenire un evento temuto.
La maggior parte delle persone si rende conto che il contenuto dei pensieri ossessivi è assurdo o quanto meno esagerato e che non c’è alcun collegamento tra la compulsione e ciò che dovrebbe neutralizzare.

Quanto è frequente
Si stima che circa il 2-3% della popolazione è affetta da DOC, il che significa che in Italia 1- 1,5 milioni di  persone soffrirebbero di questo disturbo. 
Non c’è una differente distribuzione in base al sesso. 
L’esordio si verifica di solito in età giovanile, ma spesso i primi segnali compaiono già nell’infanzia o nell’adolescenza.

Come si manifesta


Nella maggior parte dei casi il DOC consiste sia di ossessioni che di compulsioni; più raramente solo di ossessioni. Talvolta si associa l’evitamento delle situazioni che la persona ritiene facilitino l’insorgenza delle paure.

Le ossessioni più frequenti riguardano la paura dello sporco (escrementi, liquido seminale), delle malattie contagiose (AIDS, epatite virale) e della contaminazione (insetticidi, veleni, radiazioni).
Nel tentativo di contrastare queste paure vengono eseguiti rituali (cioè comportamenti compulsivi) che riguardano la pulizia della persona (lavaggio delle mani protratto talvolta fino al sanguinamento) e dell’ambiente (disinfezione degli oggetti, delle stoviglie, della casa ripetuta più volte utilizzando alcol o potenti disinfettanti).
I comportamenti di evitamento consistono nel tentativo di non entrare in contatto con tutto ciò che potrebbe essere “contaminato” (bagni pubblici, maniglie delle porte, denaro) o “infetto” (animali, persone ammalate o che hanno avuto contatti con ospedali o cimiteri) e possono essere tanto estesi da non consentire l’allontanamento dalla propria abitazione.
Nei casi più gravi questa diventa l’unico “posto sicuro” e chiunque entri, essendo considerato una possibile fonte di contaminazione, si deve sottoporre a un rigido programma di pulizia.

Comuni sono anche le ossessioni a contenuto aggressivo verso se stessi (ferirsi involontariamente) o verso gli altri (aver provocato involontariamente incidenti) con necessità di controllarsi allo specchio, per verificare di non essere ferito, o di telefonare alla Polizia, per accertarsi che non si sia verificato un incidente sul tragitto appena percorso.
Talvolta le ossessioni riguardano la possibilità di perdere il controllo e mettere in atto comportamenti auto-aggressivi (suicidarsi) o etero-aggressivi (uccidere un bambino) per difendersi dai quali la persona tende a nascondere tutti gli oggetti potenzialmente pericolosi (coltelli) e ad evitare le situazioni “a rischio” (avvicinarsi alla finestra, rimane da solo con un bambino).

Ulteriori temi ossessivi sono: la corretta esecuzione di normali attività con necessità di verifiche ripetute (aver chiuso il gas o la porta di casa) che possono protrarsi anche per ore, i numeri (targhe automobilistiche) seguiti da rituali numerici (eseguire complicate operazioni con i numeri di targa della prima automobile incontrata uscendo da casa), l’ordine (avere tutti i libri disposti in base all’altezza) con necessità di disporre gli oggetti secondo precise regole, la sessualità (avere impulsi incestuosi), la religione (bestemmiare in chiesa) o le riflessioni esistenziali (lunghe e inconcludenti riflessioni sul perché della vita).

Per i familiari o amici di chi soffre  di DOC accogliere manifestazioni come quelle descritte può essere molto difficile e richiedere molta pazienza.

Come evolve
L’esordio è in genere subdolo e insidioso; la successiva evoluzione può essere ricorrente (20% dei casi), con alternanza di periodi in cui il disturbo è presente e periodi di remissione totale, o cronica.

Come si cura*
Il trattamento del DOC è lungo e complesso ma porta spesso (50-60% dei casi) all’attenuazione o al completo controllo dei sintomi con significativo miglioramento della qualità della vita.
La terapia è basata su farmaci antidepressivi con prevalente o esclusiva attività serotoninergica (citalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina, venlafaxina e clomipramima) che nelle forme “resistenti” possono essere associati tra loro o con altri farmaci che ne potenziano l’effetto anti-ossessivo (antipsicotici a basse dosi, triptofano, buspirone, trazodone, mirtazapina, pindololo, clonidina, sali di litio).
Una volta instaurato il trattamento occorre attendere 2-3 mesi e oltre per avvertire i primi miglioramenti e un ulteriore periodo di tempo, variabile da persona a persona, per arrivare alla risposta massima.
Spesso è utile associare ai farmaci un percorso psicoterapeutico in particolare la terapia cognitivo-comportamentale il cui obiettivo è innanzitutto aiutare la persona a resistere alle compulsioni ricorrendo a tecniche specifiche (esposizione in vivo con blocco della risposta, desensibilizzazione, flooding, stop del pensiero) che dovrebbero aumentare la capacità di controllo, soprattutto sulle compulsioni, con conseguente riduzione dell’ansia.
Ottenuto il miglioramento sintomatologico talvolta si procede ad una “ristrutturazione cognitiva” che mira al riconoscimento e al cambiamento delle “convinzioni errate” che sarebbero alla base del comportamento patologico.

Come per gli altri disturbi d’ansia, insieme alle terapie farmacologiche e/o psicologiche chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo può giovarsi di forme di sostegno come i Gruppi di Auto Aiuto.

 

* Le informazioni fornite hanno natura generale e sono pubblicate con finalità puramente divulgative. Per doverosa informazione, si ricorda che la visita effettuata dal proprio medico rappresenta l’unico modo per ricevere una diagnosi corretta e un trattamento efficace.