Storie di Dipendenza Affettiva raccontate da chi ha attraversato relazioni malate e distruttive.
Anni fa il libro intervista di Giovanni Battista Cassano “Liberaci dal male oscuro” ha permesso a moltissime persone di dare un nome alla loro sofferenza. Non è accaduto solo perché un medico psichiatra spiegava cosa fosse la depressione ma anche perché le testimonianze di chi ne soffriva hanno permesso ad altri di vedere, come in uno specchio, la loro condizione. Non si trattava di debolezza, pigrizia, brutto carattere, non era colpa loro se non riuscivano a fare qualcosa che sembrava a tutti così semplice come “metterci un po’ di buona volontà”.
Il loro stato aveva un nome preciso, Depressione. Si manifestava con dei sintomi specifici, era molto diffusa e, soprattutto, si poteva affrontare, curare, star meglio.
Le voci riportate nel libro sono state il soffio vitale che ha fatto superare paure e pregiudizi a chi non sapeva di soffrire di depressione e compiere il primo passo fondamentale verso il benessere: rivolgersi a chi aveva le competenze per prendersi cura correttamente del loro stato.
Niente mi commuove più dell’essere capito, scrive Paul Valery. Attraverso quel sentirsi capiti le voci si sono moltiplicate e organizzate in associazioni che hanno a loro volta amplificato il messaggio, raggiunto e aiutato tanti altri.
Quando ho ascoltato le storie di Dipendenza Affettiva raccontate nel podcast di Selvaggia Lucarelli “Proprio a me” sono tornata con il pensiero al positivo effetto dirompente che le testimonianze possono generare. Anche qui le voci sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: l’amore non abita quelle relazioni piene di sofferenza. Nell’amore non c’è spazio per umiliazione, disprezzo, manipolazione, paura, violenza.
Quello che accade, come ben spiegato nell’ultimo episodio, si chiama Dipendenza Affettiva, una condizione che, al pari della dipendenza da alcol, sostanze, gioco d’azzardo o altro, annienta le persone che ne soffrono. Persone che vivono nella paura di perdere il partner, nel bisogno di continue rassicurazioni e che, pur di compiacere l’altro, mettono in secondo piano qualsiasi desiderio o esigenza personale.
L’invito del podcast, “spostare lo sguardo“, è un messaggio importante: le storie di Dipendenza Affettiva non sono amori difficili ma relazioni malate e pericolose, di cui è però possibile liberarsi.