Disturbo Ciclotimico: ogni giorno è un’altalena

Antonio Tundo, 19/05/2015

Quando continui alti e bassi dell’umore diventano un disturbo, il disturbo ciclotimico.

Qualche anno fa, quando ero il responsabile della rubrica Idea Risponde della rivista IDEA Notizie, ricevetti la lettera di una lettrice che ripropongo perché mi da l’occasione di parlare di un disturbo tutt’altro che raro in psichiatria ma che, purtroppo, non sempre viene riconosciuto e trattato.

Mi chiamo G., ho 20 anni e le scrivo perché sento di non stare bene ma non riesco a capire cosa ho.
Un giorno mi sento allegra, spensierata, perfino felice. Quando è così sono piena di iniziative, esco continuamente, telefono, mi vengono in mente mille idee e sono sicura di poterle realizzare. Anzi, a volte esagero: dormo pochissimo, ascolto la musica a volume alto, sono sempre in giro, tutto mi sembra facile, non vedo ostacoli, mi sento quasi troppo sicura di me stessa.
Il giorno dopo, ma può essere anche solo qualche ora dopo, è come se dentro di me scattasse un interruttore e tutto cambia: divento triste, mi arrabbio per niente, mi sento insicura, incapace, penso di non valere niente, di essere una fallita, non ho le energie per fare niente, vorrei morire e me ne sto a letto fino al pomeriggio.

L’incostanza è la mia principale caratteristica: ho interrotto gli studi a 17 anni perché volevo lavorare ed essere indipendente, ho fatto tanti lavori, dalla cameriera alla commessa, alla segretaria, ma dopo qualche mese cambio perché tutto mi annoia. Ora mi sono messa in mente di fare l’attrice. Anche la mia vita affettiva è stata un disastro, non so più quante storie ho avuto: un giorno trovo l’uomo della mia vita, il giorno dopo lo lascio perché mi sono innamorata alla follia di uno sconosciuto… tutte relazioni sbagliate con ragazzi che stanno peggio di me o con uomini sposati in cerca di avventure.
Sono tre anni che va avanti questa storia. All’inizio il malumore sembrava dovuto ora a una delusione sentimentale, ora a un litigio con le amiche o a un problema di lavoro. Poi mi sono resa conto che questi cambiamenti sono improvvisi, a volte ingiustificati, a volte sproporzionati rispetto a quello che mi accade e a questo punto sono proprio confusa, non so più chi sono e cosa voglio.

G. mi raccontava di essere scoraggiata e pensava che non ci fosse una soluzione per i suoi problemi. A 18 anni, su insistenza dei genitori, aveva consultato uno psichiatra che aveva attribuito i suoi malumori ad una “normale” crisi giovanile, ad un disagio dovuto ad una “crescita tumultuosa” e aveva suggerito ai familiari di stare tranquilli, di attendere con pazienza il completamento del processo di maturazione alla fine del quale la ragazza avrebbe finalmente trovato una propria strada nella vita.
Ma le cose non erano andate come previsto, anzi con il tempo erano peggiorate, soprattutto da quando G. aveva cominciato a fumare spinelli e ad abusare di alcol. La seconda volta era stata G. stessa, dopo l’ennesima delusione sentimentale, a chiedere aiuto a uno psicologo il quale le aveva diagnosticato un disturbo borderline di personalità e suggerito una psicoterapia ad orientamento dinamico che, in due anni, era stata sicuramente utile ma non aveva modificato l’evoluzione del disturbo.

I sintomi riferiti da G., spesso attribuiti da chi ne soffre a problemi esistenziali, sono in realtà la manifestazioni del disturbo ciclotimico, una delle diverse forme di disturbo bipolare. Caratteristiche del disturbo ciclotimico sono:

  • l’esordio precoce, tra i 15 e i 25 anni
  • la lunga durata, almeno 2 anni
  • il continuo susseguirsi (da un giorno all’altro e persino da un’ora all’altra) di sintomi di euforia e depressione

Secondo alcuni studi si tratta di una patologia non rara tra gli artisti (attori, pittori, scrittori ecc…) la cui capacità creativa sarebbe amplificata dalle frequenti oscillazioni dell’umore, almeno finché queste sono lievi. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, questa condizione ha solo ripercussioni negative”: spinto dalla ricerca di situazioni più stimolanti, chi ne è affetto cambia frequentemente lavoro e residenza, è attratto da attività pericolose o illecite con conseguenze legali talvolta gravi, ha una vita sentimentale tumultuosa con grandi innamoramenti e rapide delusioni, intense gelosie, continui cambiamenti di partner e tendenza alla promiscuità sessuale.
L’instabilità emotiva è spesso complicata dall’abuso di sostanze, assunte per cercare di attenuare i sintomi depressivi e intensificare quelli euforici, che nel 5–10% dei casi si può trasformare in una vera e propria dipendenza.

Ancora oggi il disturbo ciclotimico è poco noto agli stessi specialisti, tanto da essere erroneamente confuso con un disturbo di personalità nella metà dei casi, e  chi ne soffre in genere non è consapevole della sua patologia per cui chiede aiuto solo in presenza di una vera e propria depressione oppure se è sollecitato dai familiari preoccupati per le conseguenze dei loro comportamenti.
Considerando l’influenza negativa sulla carriera scolastica o lavorativa e sui rapporti sociali e affettivi, c’è da sperare che sia sempre più spesso riconosciuto e curato per tempo. Anche perché la cura efficace c’è e, come per le altre forme di disturbo bipolare, fa perno sugli stabilizzatori dell’umore, in particolare sali di litio e acido valproico, che riducono gradualmente l’intensità delle oscillazioni consentendo, dopo qualche mese, di raggiungere e mantenere uno stato di equilibrio; in alcuni casi può essere necessario aggiungere piccole dosi di antidepressivi e/o di antipsicotici di seconda generazione.
In questo disturbo è sempre opportuno associare ai farmaci una psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo comportamentale, per aiutare la persona a conoscere il proprio disturbo e assumere uno stile di vita adeguato compresa l’interruzione di eventuali abusi di alcol o sostanze.

 

 

Autore: Antonio Tundo