Dr.ssa Roberta Necci, istruttrice senior di mindfulness.
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella nostra vita e “La Mente in Tavola” è un percorso di consapevolezza alimentare rivolto a tutte le persone che desiderano attivamente prendersi cura del proprio benessere.
Come istruttrice di Mindfulness in percorsi per la riduzione dello stress mi sono resa conto che, come altri aspetti della vita, il nostro stile alimentare risente negativamente di una scarsa consapevolezza.
Spesso mentre mangiamo non poniamo la giusta attenzione a ciò che stiamo introducendo nel nostro corpo e siamo guidati dal “pilota automatico”. A volte è uno stato emotivo a distrarci, altre è il pensiero di qualche problema che abbiamo avuto o che dobbiamo risolvere o la pianificazione di attività future, altre ancora è il semplice fare cose mentre mangiamo. Guardare la televisione, lavorare, navigare su internet, rispondere ad una mail, leggere il giornale. A questo si aggiunge l’attuale stile di vita che ci orienta ad un’alimentazione veloce, già pronta, manipolata e poco curata.
I risultati sono facili da immaginare, il nostro corpo ci manda segnali, spesso ignorati, che invece meriterebbero maggiore attenzione trattandosi di indicatori importanti del nostro diminuito benessere.
La mindfulness, come metodo per migliorare la capacità di essere consapevoli, ci aiuta a stabilire una relazione nuova con il cibo, a riconoscere e contrastare i nostri automatismi e a promuovere uno stile alimentare corretto e adatto alle specifiche esigenze di ognuno. Attraverso esercizi di consapevolezza è possibile allenarsi ad essere presenti ogni volta che ci avviciniamo al cibo, da quando andiamo a fare la spesa a quando ci sediamo a tavola, e ad individuare le abitudini salutari, per rinforzarle, e quelle non salutari, per modificarle.
Il cibo nutre il corpo e la mente, esserne consapevoli e prendersi cura di cosa e come mangiamo è un atto di gentilezza e rispetto per noi stessi.
Dr. Luca Proietti, psichiatra e psicoterapeuta
Perché “La Mente in Tavola”? Alcuni alimenti , soprattutto se consumati in maniera errata, possono condurre a stati patologici e influenzare gli stati emotivi. L’ansia e la depressione influenzano il nostro comportamento, ci indirizzano nella scelta del cibo e, insieme alle terapie utilizzate per il loro trattamento, possono interferire sull’appetito.
Dunque, mangio perché sono triste o sono triste perché mangio? “Conosci la tua fame!” si potrebbe azzardare, parafrasando senza scrupoli una massima greca. Ecco quindi un corso che è occasione di confronto e di chiarimento sul tema dell’alimentazione e degli stati di animo ad essa associati. Il cibo non mente!