Disturbi Bipolari, uno studio sulla prevenzione delle ricadute

Antonio Tundo, 8/11/2018

Pubblicato uno studio dell’Istituto di Psicopatologia e dell’Università di Pisa sull’uso degli stabilizzanti dell’umore per ridurre le ricadute nel disturbo bipolare

Prevenire le ricadute del disturbo bipolare, che spontaneamente tende a ripresentarsi sempre più spesso, è uno dei compiti più difficili per lo psichiatra. I principali farmaci a disposizione sono: i sali di litio, gli antiepilettici (l’acido valproico, nome commerciale Depakin, e la carbamazepina, nome commerciale Tegretol) che possono essere prescritti da soli o in combinazione tra loro. Ma quando è il caso di prescrivere gli uni, gli altri o combinarli e come?
Gli studi scientifici che aiutano il clinico a capire come agire nel singolo caso non sono molti a causa della loro difficile realizzazione, richiedono infatti  che i pazienti vengano seguiti per uno o più anni.

L’Istituto di Psicopatologia in collaborazione con il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa ha condotto uno studio su 234 pazienti con disturbo bipolare seguendoli per più di un anno e mezzo. Dai dati raccolti sono emerse informazioni preziose per i clinici che consentono di individuare in quali casi sia preferibile prescrivere solo i sali di litio o solo un antiepilettico, in quali sia preferibile invece la combinazione dei due trattamenti. E’ stato inoltre dimostrato che seguendo queste modalità di trattamento è possibile ottenere una significativa riduzione delle ricadute nel tempo.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Human Psychopharmacology: Clinical & Experimental”,  indica con chiarezza che i sali di litio, da soli nei casi di media gravità o in associazione ad un antiepliettico nelle forme più difficili, restano ancora oggi il miglior strumento per la prevenzione delle ricadute.

Lithium, valproate and carbamzepine prescribing patterns for long-term treatment of bipolar I and II disorder: A prospective study.
Musetti L, Tundo A, Benedetti A, Massimetti G, Cambiali E, Pergentini I, Del Grande C, Dell’Osso L.

 

 

 

Autore: Antonio Tundo