La mindfulness può aiutare le donne in menopausa?

Roberta Necci, 2/11/2014
benessere in menopausa

La mindfulness è un’opportunità per accettare e gestire meglio il disagio che può accompagnare un momento di grande cambiamento nella vita delle donne.

In media intorno  ai 50 anni le donne entrano in menopausa andando incontro ad una serie di manifestazioni (sudorazioni, disturbi del sonno, aumento di peso, calo del desiderio sessuale, ecc…) che di solito sono ben tollerate e con il tempo si riducono fino a scomparire. Purtroppo non è sempre così e in 10-20 donne su cento queste manifestazioni sono molto fastidiose, frequenti e possono andare avanti anche per anni.
In tali casi si può ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva, molto efficace ma non utilizzabile da chi soffre di disturbi cardiovascolari o è a rischio per tumore al seno, oppure a farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina (paroxetina, venlafaxina ecc…), utili nel 50/60% dei casi ma non sempre ben tollerati a causa di alcuni effetti collaterali.
Un’ulteriore risorsa è rappresentata dai fitoestrogeni (sostanze di origine vegetale con un’azione simile a quella degli ormoni) che però sono poco studiati sul piano scientifico e, a fronte di una buona tollerabilità, mostrano una scarsa efficacia.

Cosa fare, un dilemma per molte donne.
Per tante donne si pone quindi un dilemma: convivere con i disagi di una menopausa problematica o affrontare le incognite derivanti dai possibili rimedi per contrastarli? La scelta non è facile e la menopausa da evento fisiologico può trasformarsi in un disagio che condiziona la vita affettiva e sociale causando demoralizzazione e stress.
Da istruttrice di Protocolli per la Riduzione dello Stress Basati sulla Mindfulness (MBSR) ritengo che tale stress possa essere riconducibile non solo all’intensità dei fenomeni fisici ma anche alla reazione psicologica a tali fenomeni e mi sono chiesta se le donne che si trovano in queste condizioni potessero trarre beneficio da un percorso di consapevolezza.

I pensieri più frequenti
Parlando con molte donne ho avuto la conferma di quanto il disagio dovuto alle manifestazioni della menopausa  sia a volte gravato da un notevole livello di non accettazione di questo evento aumentando il grado di sofferenza soggettiva.

 “La menopausa? E’ un’esperienza orribile, devastante!”
“E’ il primo passo verso il baratro”
“E’ finita…e non solo è finita ma si vede anche molto bene che è finita!”
“Farei qualunque cosa per tornare me stessa”
“Il mio corpo è cambiato.. non sono più io…”
“E’ la fine di un’era gloriosa”
“Qualcosa che mi farà diventare una donnetta fragile”
“Sono sempre sudata….si vede benissimo…e tutti capiscono cosa mi sta accadendo”

I racconti delle donne con cui ho parlato mi hanno riportato a quanto sostenuto da Martin Seligman sullo stress e cioè che non è l’evento di per sé ad essere causa di stress quanto il modo in cui ognuno di noi percepisce e valuta quel determinato evento.
Mi sembra quindi fuori di dubbio che la menopausa possa rappresentare, per alcune donne, un evento fortemente stressante non solo a causa dei fastidi derivanti dalle manifestazioni somatiche ma anche per il significato che ad esse viene attribuito, soprattutto in un contesto culturale come quello occidentale.

Differenze tra culture
Un’ulteriore conferma in questo senso deriva da alcuni studi che hanno valutato quanto la cultura influenzi la percezione delle conseguenze della menopausa. E’ stato infatti osservato che in alcuni paesi islamici, nell’India subcontinentale e nell’Africa subsahariana la fine della fase fertile viene considerata dalle donne un vantaggio perché permette loro un maggiore accesso alle attività sociali. È interessante notare che il livello di fastidio derivante dalle manifestazioni somatiche riferito da queste donne è molto basso a dimostrazione di quanto una maggiore accettazione di tali fenomeni li renda più facilmente tollerabili.

Cosa dice la letteratura scientifica
Nell’analisi della letteratura ho trovato ulteriori conferme alla mia ipotesi. Già nel 2006 il gruppo di ricerca di Carmody e collaboratori dell’Università del Massachussets riportava che il Protocollo MBSR, riducendo la percezione dello stress e diminuendo il livello dell’ansia, aiuta a gestire le manifestazioni somatiche della menopausa, soprattutto le sudorazioni e i disturbi del sonno. L’importanza di questi risultati era però limitata dal fatto che avevano preso parte allo studio solo 15 donne.
Nel 2011 lo stesso gruppo di ricerca realizzava uno studio più rigoroso dal punto di vista metodologico e con un campione più ampio.
110 donne in menopausa seguivano un Protocollo MBSR standard e venivano messe a confronto con un gruppo di controllo formato da 110 donne in lista d’attesa. Il protocollo era tenuto da istruttori certificati che ignoravano gli obiettivi della ricerca. Nel gruppo che aveva partecipato al programma MBSR, rispetto al gruppo di controllo, si evidenziava:

  • una riduzione significativa sia nella frequenza che nell’intensità delle sudorazioni
  • un miglioramento significativo della qualità di vita e della qualità del sonno
  • una riduzione significativa del livello di ansia e del grado di stress percepito

A tre mesi di distanza dalla fine del protocollo i risultati si mantenevano eccetto la frequenza delle sudorazioni che continuava a ridursi.
I risultati confermavano quelli del precedente studio pilota dimostrando che il Protocollo MBSR può essere una preziosa opportunità per migliorare alcuni aspetti che influenzano negativamente la qualità di vita nelle donne con menopausa problematica.

La mindfulness può aiutare ad accettare e affrontare un passaggio di vita.
Il sostegno di un percorso basato sulla Mindfulness può quindi rappresentare per alcune donne un’opportunità per conoscere meglio il proprio disagio, per incontrare il significato che attribuiscono alla menopausa, per accettare un fisiologico passaggio a cui non è possibile sottrarsi ed infine per favorire una rilettura degli eventi e ritrovare un equilibrio emotivo che le accompagni in una nuova fase della vita.

Autore: Roberta Necci