Non si preoccupi, è solo ansia

Antonio Tundo, 26/05/2019

Due giornate di formazione per guardare l’ansia da tutti i punti di vista e lungo l’arco di vita.

Cosa dicono i dati? 

Le statistiche ci dicono che i disturbi d’ansia (disturbo di panico, disturbo d’ansia generalizzata, ansia sociale) sono le patologie psichiatriche più diffuse al mondo visto che ne soffrono ben 270 milioni di persone, soprattutto donne. Il problema è che questi disturbi compaiono molto presto nella vita, tra l’adolescenza e la prima giovinezza, e hanno un’evoluzione lenta e cronica per cui la maggior parte delle persone non riconosce l’ansia come un problema e si abitua a conviverci considerandola un “normale aspetto del proprio carattere un po’ pauroso”.

Il risultato è che su 100 persone che soffrono di un disturbo d’ansia, solo 20 (in genere quando la situazione diventa invalidante) si rivolgono a un esperto e, per giunta, 5 di queste si sentiranno rispondere “non si preoccupi, non è niente, è solo un po’ d’ansia”.  Alla fine, 15 persone su 100 ricevono una cura che può essere un farmaco (in 6 casi), una psicoterapia (in 4 casi) o una combinazione di farmaci e psicoterapia (in 5 casi). Dati alla mano, quindi, nel mondo occidentale la maggior parte delle persone che soffre d’ansia, pur avendo una sofferenza che ne limita la vita, non viene curata.

Sappiamo tutto sul trattamento dell’ansia?

E’ opinione comune che curare un disturbo d’ansia sia molto facile e che il ricorso alle terapie, farmacologiche e psicologiche di cui disponiamo sia sempre semplice.  Si tratta di un’opinione diffusa anche tra psichiatri e psicoterapeuti, tanto che negli ultimi anni il numero di pubblicazioni sulle riviste internazionali su questo tema si è gradualmente ridotto. Le cose stanno così solo per il disturbo di panico, dove farmaci, psicoterapia o la loro integrazione consentono di risolvere la quasi totalità dei casi trattati.  Per gli altri disturbi d’ansia la realtà clinica è ben diversa e sono ancora molti gli aspetti da chiarire:

  • il trattamento ottimale è farmacologico, psicoterapeutico o un’integrazione dei due?
  • come curare l’ansia nei bambini e negli adolescenti?
  • cosa fare nei casi che non hanno risposto a una prima cura?
  • quanto tempo dovrebbe durare la cura?
  • quale è il ruolo della mindfulness come integrazione delle terapie tradizionali?

A queste e a molte altre domande abbiamo cercato di dare risposta durante il X Corso ECM che si è tenuto venerdì 23 e sabato 24 maggio 2019 presso l’Istituto di Psicopatologia e che ha visto l’alternarsi di più di venti relatori che si  occupano specificamente di patologie ansiose e del loro trattamento e due tavole rotonde in cui si sono confrontati orientamenti teorici diversi.

Grazie a relatori e partecipanti  per aver aderito al progetto formativo dell’Istituto di Psicopatologia, il continuo aggiornamento sulle evidenze scientifiche e il confronto tra le scuole di pensiero ufficiali sono i migliori ingredienti per mantenere un livello di professionalità che permetta di curare al meglio le persone che si rivolgono a noi.

 

 

 

 

Autore: Antonio Tundo