Abbiamo visto: Le regole dell’attrazione

Rocco de Filippis, 14/01/2013

Un film che tratteggia efficacemente molti aspetti dell’adolescenza.

Le regole dell’attrazione“, film di Roger Avery che a nostro avviso potrebbe avere il titolo “Adolescenti: manuale di sopravvivenza”, racconta la storia di tre studenti di un college americano e le loro vicende sentimentali durante l’ultimo anno di studi.  Un collage di vite che corrono velocemente sullo schermo, marcato da un linguaggio esasperato con alcune espressioni da slogan apparentemente banalizzanti.

La storia in realtà è tutt’altro che banale e ci dà uno spaccato ben girato delle profonde contraddizioni e dei tumulti emotivi (e non solo) che caratterizzano il difficile periodo di passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. Il film fotografa la dirompente, e in alcuni momenti pericolosa, ricerca della propria fisicità inizialmente vissuta con senso di onnipotenza, scarso controllo e fortissima tensione emotiva.

La regia coglie intelligentemente queste turbolenze accompagnandole da musiche che spesso evidenziano momenti estremamente drammatici e importanti (un suicidio, la perdita della verginità, la difficoltà di comprendere i propri desideri, gusti e scelte). Molto significativo il monologo con le immagini che scorrono sul racconto di Victor che si conclude con la fine di un viaggio all’insegna della ricerca di identità, denso di esperienze anche superficiali ed estreme.

L’arrivo della neve in chiusura del film può essere letto come metafora di un sipario che si cala sulle illusioni giovanili tipiche dei ragazzi che attraversano questa età, su insolite riflessioni sulla propria condizione, su amori disgraziati o semplicemente non ricambiati e forse più immaginati che vissuti veramente. Un preludio del passaggio da una dimensione impulsiva del gestire i cambiamenti del proprio fisico, alla capacità di mettere in parole il proprio stato d’animo, a partire da emozioni fino a quel momento non esplorate ma piuttosto subite. La scena della strada illuminata dalla moto al termine del film ci sembra l’augurio a guardare avanti. A crescere.

Il film con un “linguaggio” stilistico molto vivace sia per la sceneggiatura che per la regia propone interessanti spunti per chi si trova a gestire, educare e accompagnare questa particolare fase dell’età evolutiva.

Autore: Roberta Necci