Una persona di successo racconta la propria esperienza con la depressione.
Veronica Pivetti, attrice di grande successo, racconta nel suo libro “Ho smesso di piangere” la propria esperienza con la depressione.
Nel libro, di grande immediatezza e facile lettura, l’autrice narra in modo molto diretto, a tratti anche un po’ dissacrante o ironico, l’intensità della sua sofferenza dovuta alla depressione. Le emozioni, i disagi, il radicale cambiamento di vita causati da questo disturbo, i vari tentativi di affrontarlo e gestirlo e le esperienze con i medici. Sicuramente moltissime persone che soffrono di depressione si riconosceranno nei tanti aspetti toccati da Veronica Pivetti.
Il libro, come ogni volta che un personaggio noto al grande pubblico rende una testimonianza, avrebbe potuto essere un’occasione unica per sfatare i tanti miti e pregiudizi che ancora oggi gravano su questo disturbo e dare conforto alle tantissime persone che soffrono del “male oscuro” e ai loro familiari. Quale migliore prova che la depressione non è dovuta a una “debolezza di carattere” e che non è una semplice conseguenza di condizioni di vita difficili se colpisce un’attrice nota e in momento di successo come Veronica Pivetti?
Purtroppo, a mio giudizio, questo è avvenuto solo in parte e non è stata pienamente sfruttata l’occasione per diffondere un’informazione chiara, di grande impatto e scientificamente supportata.
Pur non volendo esprimere un giudizio clinico basandosi su quanto riportato in un libro (non sarebbe certamente corretto!) rimane tuttavia il dato scientifico che una depressione è sempre e comunque una depressione anche se la sua comparsa è facilitata da una malattia fisica (per esempio da una disfunzione della tiroide).
Il racconto non contribuisce, come sarebbe stato invece auspicabile, a dissipare i tanti pregiudizi e timori che ancora oggi gravano sulle cure della depressione. L’autrice ha un atteggiamento ambivalente verso i farmaci e se da una parte ne riconosce l’indispensabilità, dall’altra ne lamenta i limiti, la lentezza d’azione e gli effetti collaterali (ma non è così per tutte le cure mediche e non solo per quelle psichiatriche?), facendosi di tanto in tanto tentare da strade “alternative”.
Il capitolo conclusivo descrive quanto, a nostro parere, una persona non dovrebbe mai fare: sebbene i suggerimenti di segno opposto da parte del proprio medico, l’autrice decide da sola di interrompere le cure nella convinzione che questo l’avrebbe fatta sentire più se stessa e avrebbe consolidato il suo benessere. Senza nulla voler togliere alla libertà di cura e di espressione delle proprie opinioni, certamente non si tratta di un atteggiamento condivisibile e, ancor meno, di un comportamento da prendere ad esempio.
Ho smesso di piangere
Veronica Pivetti
Mondadori