Gruppi di Auto Aiuto IDEA per ansia e depressione

Roberta Necci, 19/05/2017

In affiancamento alla terapia farmacologica e alla psicoterapia c’è la strada del sostegno e della condivisione.

Cos’è l’Auto Aiuto?
L’auto Aiuto è un fenomeno sociale nato spontaneamente in tempi lontani  per fronteggiare problemi materiali e di sopravvivenza conseguenti a importanti cambiamenti sociali. Solo più recentemente si è trasformato in una forma di sostegno anche per problemi emotivi. La definizione maggiormente condivisa dei gruppi di Auto Aiuto è di Alfred Katz e Eugene Bender e risale al 1976:

“I gruppi di Auto Aiuto sono strutture di piccolo gruppo su base volontaria finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di particolari scopi. Essi sono di solito formati da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni o per superare un comune problema di vita o, ancora, per impegnarsi a produrre desiderati cambiamenti personali o sociali.
I gruppi di Auto Aiuto enfatizzano le interazioni sociali faccia a faccia e il senso di responsabilità personale dei membri. Essi spesso assicurano assistenza materiale e/o sostegno emotivo.” (Tratto da: “The strenght in us” – 1976)

Quali sono le sue origini?
L’Auto Aiuto esiste da sempre anche se denominato diversamente (società di mutuo soccorso, associazioni di sostegno reciproco, gruppi di solidarietà…).  Le prime informazioni vengono dai paesi anglosassoni in cui, intorno all’XI secolo, si assiste alla nascita di gruppi spontanei come le  “Friendly Societes”.
La nascita ufficiale dell’Auto Aiuto è il 1935 negli Stati Uniti con la fondazione di “Alcolisti Anonimi” un’associazione sorta grazie all’incontro tra un agente di borsa e un medico, entrambi dediti all’alcol, che nel condividere i problemi e la sofferenza derivanti dalla loro condizione trovano la forza per gestire il disagio e le difficoltà. I risultati ottenuti li spingono ad allargare ad altri la loro esperienza e Alcolisti Anonimi diventa una modello per la gestione delle dipendenze.
Un’altra importante esperienza è quella di “Fountain House”, associazione fondata nel 1948 a New York per fronteggiare le conseguenze di un cambiamento nella regolamentazione delle strutture psichiatriche degli Stati Uniti. Anche questa esperienza rappresenta oggi un modello di riabilitazione psicosociale diffuso in tutto il mondo occidentale.

Come è considerato oggi l’Auto Aiuto?
Nel 1987 l’Auto Aiuto riceve un importante riconoscimento dall’Organizzazione Mondiale della Salute

“L’Auto Aiuto è dato dall’insieme di tutte le misure adottate da non professionisti per promuovere, mantenere o recuperare la salute, intesa come benessere fisico, psicologico e sociale, di una determinata comunità.”

Il sostegno sociale oggi è riconosciuto come un fattore di rilievo per il benessere e il World Psychiatry, rivista ufficiale dell’Associazione Mondiale di Psichiatria ha pubblicato un interessante studio realizzato negli Stati Uniti sul ruolo del sostegno sociale. L’articolo suggerisce che non sono solo le caratteristiche personali a contribuire alla capacità di superare una condizione difficile ma un ruolo fondamentale è giocato dalla percezione di una rete di sostegno sociale, confermando l’utilità delle forme di solidarietà.

Perché IDEA Roma Onlus organizza Gruppi di Auto Aiuto?
Fin dall’inizio della sua attività IDEA Roma ha creduto nell’utilità dei Gruppi di Auto Aiuto per chi soffre  di depressione, disturbo bipolare e disturbi d’ansia, con l’obiettivo di combattere la disinformazione e lo stigma che, sebbene i grandi progressi in ambito scientifico, psicofarmacologico e psicoterapeutico, gravano (ancora oggi) su questi disturbi.
Chi soffre di depressione o d’ansia sa quanto l’opinione pubblica spesso attribuisca queste condizioni ad un “brutto carattere” o a “scarsa voglia di impegnarsi” e mette in conto, un’ulteriore sofferenza causata dai frequenti commenti e giudizi.

Ma cosa ti manca?”
“Se ci mettessi un po’ di buona volontà?”
“Non pensi che se ti impegnassi come ognuno di noi supereresti le tue paure?”

Commenti e giudizi che si nutrono di scarsa informazione, luoghi comuni e che trovano strada facile a causa dell’apparente invisibilità delle forme depressive e d’ansia.  Non esistono infatti indagini, radiografie, analisi che possano inequivocabilmente dimostrare l’esistenza di queste patologie. È solo l’ascolto non giudicante  che può farci capire la sofferenza di chi non riesce ad alzarsi dal letto al mattino o allontanarsi da casa da solo.

Come sono fatti i Gruppi di Auto Aiuto (GAA) IDEA Roma Onlus?
I GAA IDEA di Roma Onlus sono formati da persone che condividono l’esperienza di soffrire di disturbi dell’umore (depressione, disturbo bipolare) o disturbi d’ansia (attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo, ansia sociale). Sono gruppi aperti, cioè  ammettono l’ingresso di nuovi partecipanti in qualsiasi momento del percorso del gruppo e sono formati al massimo da 15 partecipanti. Non hanno una durata prestabilita, gli incontri sono settimanali e la partecipazione è totalmente gratuita.

I GAA IDEA sono auto gestiti o c’è un conduttore?
I gruppi prevedono la presenza di volontari detti “facilitatori”, per scelta rigorosamente non professionisti, il cui compito è proprio quello di rendere più facile qualcosa che, per la natura di questo tipo di disturbi, non lo è: incontrarsi, esprimersi liberamente, ascoltarsi senza giudicare, sostenersi.
I facilitatori dei GAA IDEA  hanno avuto un’esperienza diretta di un disturbo dell’umore o d’ansia, hanno accettato il proprio disagio e ne sono consapevoli, parlano senza problemi della loro esperienza e hanno raggiunto un buon livello di benessere.  Possono essere facilitatori anche persone che hanno avuto un’esperienza con un familiare o con una persona molto vicina emotivamente.
Tutti i facilitatori hanno seguito un corso di formazione per volontari organizzato da IDEA Roma e, dopo il corso, hanno affiancato facilitatori già esperti nella conduzione di un gruppo e frequentano regolarmente gli incontri di supervisione e aggiornamento.

Cosa succede in un GAA IDEA?
La sofferenza derivante dal disturbo di per se e quella derivante dal non essere creduto o capito generano un forte bisogno di condividere i propri stato emotivi con chi ne ha un’esperienza diretta.
I racconti di chi chiede di partecipare ad un gruppo, infatti, disegnano spesso un quadro non solo di grande sofferenza ma anche di una condizione sociale e relazionale sconfortante.

Sono solo io a provare questi stati d’animo?”, “Sarei capace di spiegare come mi sento?”,  “Se raccontassi a qualcuno come mi sento, potrebbe davvero capire cosa sto provando?”
“La mia situazione è irrisolvibile…come faccio a trovare chi può aiutarmi?”
“Le persone si annoiano a stare con me, preferisco rimanere da solo, almeno non mi sento di peso”, “Esiste qualcuno a cui interessi il mio star male?”

Dolore, angoscia e isolamento sociale sono tutti aspetti dovuti tanto alla malattia quanto ai pregiudizi che gravano come macigni sui disturbi psichici, complicano delle vite già tanto difficili.
Il gruppo rappresenta un contesto protetto in cui si può raccontare ciò che si prova ricevendo un ascolto partecipe e non giudicante. Le persone sentono il sollievo di chi, in un paese straniero, incontra qualcuno che parla la stessa lingua e sta attraversando un’esperienza di cui riconoscono le tracce.
Potersi esprimere liberamente, vedere la propria condizione da una prospettiva diversa, accorgersi di non essere soli, osservare come gli altri gestiscono le difficoltà, sapere di poter contare su una rete di supporto. Questo è ciò che accade nei GAA di IDEA.
Processi che non sostituiscono i necessari trattamenti farmacologici e/o psicologici ma che li sostengono incoraggiando le persone a seguirli con fiducia, ad essere più consapevoli del proprio stato e più aderenti ai percorsi di cura.

Qual è il riferimento teorico dei GAA di IDEA?
IDEA Roma Onlus e IDEA Napoli si rispecchiano nella teoria Biopsicosociale di Engel, secondo cui allo sviluppo di ogni disturbo mentale concorrono aspetti biologici, psicologici e sociale. In accordo con questa teoria l’auto aiuto si pone come una forma di sostegno sociale che affianca, e non sostituisce, le tradizionali strategie di intervento.

Quali benefici per le persone che partecipano ai GAA IDEA?
Innanzitutto rompere l’isolamento e sentirsi meno soli. Spesso chi soffre di depressione, disturbo bipolare o ansia vive una condizione di ritiro sociale che appesantisce una sofferenza già profonda.
Inoltre la partecipazione ad un GAA aumenta la possibilità di migliorare le informazioni sulla propria condizione e la consapevolezza del proprio stato, aspetti che aiutano le persone a sentirsi soggetti attivi nella gestione del proprio stato di salute. Incontrarsi regolarmente in gruppo mette in moto una sorta di reciproco monitoraggio dei sintomi che permette una migliore gestione delle ricadute.
Infine la condivisione delle esperienze fa si che avvenga un’importante trasformazione. Frequentando il gruppo le persone che inizialmente si percepiscono come bisognose di aiuto si accorgono che il semplice racconto della loro esperienza può essere di grande aiuto a chi si trova nella stessa condizione. Questo capovolgimento di prospettiva, da aiutati ad aiutanti, determina un grande beneficio in termini di autostima e senso di utilità sociale.

“L’intento comune a tutti i gruppi di auto aiuto è quello di trasformare coloro che domandano aiuto in persone in grado di fornirloaumentando quindi la padronanza e il controllo dei problemi “ (Martini e Sequi,1988).

Cosa fare partecipare ad un GAA IDEA?
Entrare in Gruppo di Auto Aiuto IDEA a Roma é facile e la partecipazione è totalmente gratuita.
È sufficiente prendere un appuntamento con un volontario per un incontro di conoscenza reciproca, raccontare la propria storia, conoscere IDEA, chiedere informazioni, condividere perplessità, ricevere chiarimenti.

Per informazioni

a Roma: 06-486661           idearoma@hotmail.it

Grazie con il cuore a tutti i volontari che si impegnano a “rendere facile ciò che facile non è”.
Nel loro esserci, semplicemente ma con autenticità, molte persone che soffrono di disturbi dell’umore e d’ansia hanno dato un nome alla loro sofferenza e individuato il percorso per rompere il silenzio.

Autore: Roberta Necci